Bentrovati a voi tutti in questa ultima sera autunnale, davanti alle porte dell’Inverno.
Non pensavo che ci saremmo risentiti in questi giorni, anche se speravo di scrivere almeno un post di fine anno. Invece abbiamo quest’altra, spero gradita, sorpresa.
Mi dispiace di essere mancato per un altro mese e mezzo, spero che la maggior parte dei lettori del blog seguano ormai la pagina Facebook e vedano come l’attività, a passi più piccoli, procede lì.
Devo dedicarmi ad altri impegni, e ci vorrà ancora del tempo prima che possa pubblicare con più regolarità.
Ciò detto, che succede adesso? Perché questo post imprevisto?
In primo luogo, per chi non seguisse la pagina Facebook e si fosse perso gli ultimi sviluppi dell’Anima del Mostro, è successo che l’attesa del film “Godzilla – King of the Monsters” è divenuta l’argomento più discusso, specie man mano che, nell’ultimo mese, è uscito gradualmente nuovo materiale. Anzi, in tutto questo lungo periodo, l’universo mostruoso di Godzilla, tanto dei film giapponesi targati Toho, quanto della Legendary, è diventato molto più importante di quanto fosse prima, per me, per i miei obiettivi, e anche per una più personale autoriflessione che qui non ci interessa. Infine, lunedì 10 dicembre, abbiamo assistito al trailer, il secondo trailer del film. Dopo aver preso un po’ di tempo, sia per riguardarlo e riflettere, che per via di impegni miei, ho iniziato a scrivere sulla pagina il primo post di rito con tutte le mie impressioni.
Poi, quando ho visto che questo post, che doveva essere il primo di due o tre, stava diventando decisamente troppo lungo per essere tenuto lì, mi è balenata l’idea di trasferire il tutto qui sul blog, in modo da scrivere un unico testo che contenesse tutte le impressioni e le speculazioni. E una volta essendo qui, fare anche di più.
Partiamo dal trailer in oggetto.
Dedicate quattro minuti alla sua visione, se non l’avete fatto, prima di leggere il post.
Vi è piaciuto? Spero di sì.
Nel mio discorso farò riferimento anche al primo trailer, uscito a luglio. Per il resto, si tratta di un libero exploit in cui mi rifaccio a tutto quello che so e di cui ho fatto esperienza riguardo ai personaggi dell’universo di Godzilla. Naturalmente, mi è ben chiaro che solo pochi dei miei lettori sono familiari a tutto questo, ed ecco perché troverete diverse precisazioni. Mi auguro che troverete chiaro il discorso.
Il trailer mi è piaciuto, mi è piaciuto perché ha mostrato meglio i mostri, infrangendo il velo di sospensione creato dal trailer di luglio, e al contempo è riuscito a non dirci troppo di loro. Certo, il mistero che li circondava prima era più interessante, ma quando l’uso è di mostrare così tanti trailer per promuovere i film, far vedere solo estratti di un’unica scena per Rodan, mostrare Mothra che vola senza altri indizi, e dare solo un minimo scorcio sui nuovi kaiju (su cui torneremo) è una buona soluzione.
È bello come sia chiaro che il film si ponga decisamente sulla scia dei predecessori, cogliendo una delle caratteristiche forse più importanti di tutto il ciclo di Godzilla, e cioè il fatto che tutti i suoi film sono film che parlano del male che fa l’uomo, sia che si tratti di superare i limiti posti dalla natura, sia soprattutto attaccare, ferire ed essere crudeli nei confronti di quella stessa natura, cui, in qualunque caso, andrà l’ultima parola: sarà quella natura a mettere in scena, producendolo ex novo, oppure chiamandoli dal limbo in cui li teneva sospesi, come riserva, come risorsa estrema, i giganteschi mostri che faranno valere la sua parola.
Una cosa che mi intriga molto è pensare che vedremo, in questo film, personaggi umani in situazioni simili a quelle in cui li vedevamo nei classici giapponesi: non più masse di spettatori sconvolti e un manipolo di protagonisti “privilegiati” dalla conoscenza, come nel film del 2014 (che naturalmente proponeva un universo in cui era la prima volta che fenomeni simili si palesavano; o meglio, che si palesavano su scala così estesa, dato che nel Monsterverse “Kong: Skull Island” è ambientato molto tempo prima di “Godzilla”, salvo però riguardare solo un’isola i cui avvenimenti rimangono nascosti), ma l’intera opinione pubblica che segue un dibattito tra i vertici governativi del pianeta che cercano di rispondere a una semplice, tragica domanda: e noi? Mentre questi esseri giganteschi e distruttivi avanzano indisturbati sul pianeta, cosa possiamo fare? Qual è il nostro posto?
La scena che mostra uno di questi congressi, dove viene posta la domanda
«Quindi vorrebbe fare di Godzilla il nostro animaletto?»
mi ha ricordato una scena simile in “Ghidorah! Il mostro a tre teste” (1964), il film su cui del resto, riteniamo, sarà maggiormente basato KOTM, quando, dopo che in rapida sequenza sono apparsi Godzilla, Rodan e King Ghidorah, il governo giapponese discute di come affrontare tutte queste minacce. E per quel che mi viene in mente -ma vi prego di correggermi se dimentico qualcosa- sarà la prima volta che vedremo, in un film occidentale, un fitto dibattito politico sul “problema dei mostri giganti”. Nel Godzilla del 1998 non ricordo scene simili, né nel primo Pacific Rim (ma non ho ancora visto il secondo), certo non nei King Kong. E se dovessi essere smentito, sarebbe comunque la prima volta che si dibatte in Occidente il “problema Godzilla”.
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Il poster del San Diego Comic Con, mostrato a luglio insieme al primo trailer. È uno dei poster di sempre che amo di più. |
Anche quella frase su Godzilla, poi, trovo affascinante, poiché a questo punto si sta parlando del re dei mostri come di un elemento conosciuto, non è più “la minaccia di adesso”, è un fatto che è successo un po’ di anni fa e che ormai conosciamo tutti. Anzi, sarebbe bello se il film, come hanno fatto da un certo momento in poi i film dell’MCU, dedicasse anche solo qualche inquadratura a far vedere come la scoperta di Godzilla abbia modificato la cultura in questo mondo, mostrando giocattoli, costumi, locali o negozi a tema, proprio per offrire immersione e realismo. Vi renderete conto che se davvero, quattro anni fa, avessimo scoperto che Godzilla esiste -e in tutto questo lui non avesse spazzato via noi e noi non avessimo fatto qualcosa di molto stupido- la nostra cultura ne sarebbe stata, semplicemente, scioccata con violenza.
Cosa voglia dire il discorso non lo sappiamo, ma sappiamo a cosa porterà il film: Godzilla affronterà i “mostri distruttivi”, ed è questa la miglior speranza di sopravvivenza dell’umanità. Del resto, nel modello del ’64 che citavo prima, il consesso si concludeva con la proposta delle Shobijin, le fate portavoce di Mothra, di far risolvere il problema King Ghidorah alla coalizione degli altri tre mostri. Dunque, nel film viene proposto di ricorrere a Godzilla, magari adducendo il fatto che questi ha dimostrato di non avere, tra i suoi scopi, la distruzione delle metropoli umane, come soluzione alla crisi dei cosiddetti titani. Proposta accolta con ragionevoli riserve.
Grandiosa è la risposta a queste ultime del dottor Serizawa, il personaggio di Ken Watanabe (adoro lui come attore, e adoro il personaggio che interpreta, un messaggero di quel pantheon di mostri giganti che il mondo deve conoscere e che noi, appassionati, mostrofili, godzillomani, amiamo e non vediamo l’ora di sentire raccontato con parole nuove):
«No. Noi saremo i suoi.»
Il dottor Ishiro Serizawa, che vi ricordo riprendere il nome del colossale regista che ha dato vita a tutto questo, e il cognome del suo eroe maledetto, il dottor Daisuke Serizawa, fino a un anno fa l’unico essere umano ad aver mai ucciso Godzilla, intende qui dire che affidarsi al predatore alfa significherà, accanto alla possibile soluzione della crisi, l’inizio di un’età completamente diversa per l’umanità, in cui non sarà più l’homo sapiens a porre le condizioni cui dovranno adeguarsi tutte le altre specie, ma un unico individuo, quello che il sito di pubblicità virale Monarch chiama Titanus Gojira, stabilirà le leggi per tutti, uomo incluso.
Saltando oltre il fatto che io questa condizione me l’accollerei anche adesso, passiamo a commentare il resto.
Chi sono i mostri nuovi? E sono davvero due?
Mi riferisco a due momenti precisi del trailer, quello in cui vediamo una grande spaccatura in uno strato di terreno roccioso, da cui fuoriescono zampe da animale artropode (come gli insetti, gli aracnidi e i crostacei), e quello in cui quella che si direbbe una collina si solleva, come se sotto di essa, anzi, come se essa stessa fosse un altro titano.
Alla prima visione, ero sicuro che la creatura fosse solo una, magari con l’abilità di scavare e dunque vista emergere dal terreno in più occasioni diverse.
Tutti sono convinti che siano due.
La forma della montagna fa pensare più a un animale quadrupede che a un ragno o a un insetto.
Dunque okay.
In caso, io l’avevo detto.
Il trailer conferma così le dichiarazioni sul fatto che i mostri sarebbero stati ben più che i quattro compagnoni telefonati fin dal 2014, e al contempo non rivela di chi si tratti; un’altra mossa che approvo.
Speculiamo un po’ su chi possano essere.
L’ipotesi più diffusa per quanto riguarda il primo kaiju è Kumonga, il ragno gigante del “Godzillaverso”, comparso già in altri tre film. Personalmente, non penso proprio possa essere Kumonga, quelle non mi sembrano affatto le zampe di un ragno. In realtà, la prima categoria che mi è venuta in mente vedendole è quella dei crostacei, ma non sono uno zoologo e non andrò oltre. A parte questo, un ragno gigante nel Monsterverse si è già visto in Kong, seppur brevemente; Kumonga magari apparirà in futuro, se la serie continuerà, ma non penso proprio lo farà adesso, con la possibilità di aggiungere mostri nuovi e una priorità, nel recuperare quelli vecchi, di quelli più famosi su quelli che lo sono di meno.
Altri hanno pensato allo stadio larvale di Mothra, che non ha zampe così lunghe.
La mia teoria è che si tratti di un nuovo titano, e in particolare mi ha fatto pensare a quello, che sembrava dover essere simile a un centopiedi, mostrato morto nel primo teaser del Godzilla 2014. Quello, a detta di Gareth Edwards, venne inserito unicamente per far supporre nel trailer che ci sarebbero stati più mostri, ma nulla impedisce che possa aver dato l’ispirazione per creare un nuovo kaiju invertebrato. Speculo, speculo solo, che sarà simile a un centopiedi anche questo.Il secondo mostro, per la maggior parte delle persone, è Anguirus.
Io spero sia Anguirus, e vi spiego perché: questo film contiene quattro dei mostri più famosi dell’universo di Godzilla, che oltretutto sono già comparsi nel film di Ghidorah, il primo film a presentare così tanti kaiju insieme. Inoltre, Rodan è stato il primo mostro della Toho ad avere un film tutto suo dopo Godzilla (1956), seguito, dopo qualche tempo, da Mothra (1961). Prima di Mothra, nel 1958, era uscito un film su Varan, altro kaiju Toho che, per quanto con una sola comparsa nella serie di Godzilla (“Gli eredi di King Kong”, 1968), a fronte di incontri che volevano essere più numerosi, fa parte di questo universo e ne è tra i primi personaggi ad essere comparsi. Dunque, nel Ghidorah del ’64, e in King of the Monsters, si trovano sullo schermo i primi, quelli col maggiore “diritto di anzianità”.
Solo che tutti i mostri comparsi nei film di Godzilla, King Kong escluso, sono venuti tutti dopo Anguirus, che vanta il primato di essere stato il primo tra tutti ad essere comparso nella serie, e di essere stato il primo avversario del re dei mostri, tutto questo in “Il re dei mostri” del 1955. Pensando a questo, e avendo sempre concepito la “cohors amicorum” ideale di Godzilla come costituita innanzitutto da Anguirus, Rodan e Mothra (tutti e tre, prima di divenire suoi amici, suoi nemici), riflettevo già da qualche tempo su quanto fosse giusto l’inserimento di Anguirus nel Monsterverse, con un ruolo degno di lui, e il prima possibile. Se ciò dovesse effettivamente avvenire in KOTM, il film e il suo cast ne risulterebbero enormemente arricchiti, benché sia quanto mai improbabile un così grande spazio per i mostri diversi dai quattro principali. Che sia Anguirus o meno, penso che lui e l’altro, o gli altri, dureranno per lo più una scena. Ma sarà bello essere smentito in questo.
L’altro possibile candidato è Baragon. Sia lui che Anguirus sono abili scavatori, ma Baragon è particolarmente rinomato in questa caratteristica. Trovo però improbabile la comparsa in questo film di un kaiju classico comparso solo due volte nella serie di Godzilla, e una volta al di fuori di essa.
Infine, ai vari utenti o siti che hanno scritto che potrebbe essere Gamera: ragazzi, andate a studiare. Gamera non è un mostro Toho, è della Daiei, una casa completamente diversa, non fa parte dell’universo di G, non ci sono accordi tra Daiei e Legendary, e dato che nel suo universo è protagonista non può fare la comparsa secondaria da nessuna parte, come non può farla Godzilla.
Parliamo adesso di quello che vediamo dei mostri.
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Prima locandina ufficiale del film, rivelata alcune ore prima del trailer. Nei giorni successivi sono state mostrate altre tre locandine, dedicate agli altri mostri, che vedrete nei prossimi paragrafi. |
La statua vista al Tokyo Comic Con. «Quando ero nei panni di Godzilla, lo raffiguravo mentre faceva wrestling con gli altri mostri. Ai giorni d’oggi, Godzilla e gli altri mostri non fanno altro che spararsi raggi a vicenda. I film storici sono divertenti perché mostrano duelli con le spade. I western sono divertenti perché mostrano le sparatorie. I recenti film di Godzilla sono come film storici senza spade e western senza pistole.» (Intervista ad Haruo Nakajima del 1995)
Ora, se siamo d’accordo sul fatto che, se dobbiamo vedere un film di mostri giganti che combattono tra di loro, vederli affrontarsi corpo a corpo sia più avvincente di vederli fermi mentre sparano raggi colorati l’uno contro l’altro, riterremo incoraggiante il modo in cui sono avvenuti gli scontri tra Godzilla e i MUTO nel film del 2014: lì Goji soffia il suo fuoco atomico solo due volte, usando per il resto la coda, il morso, il suo peso e le zampe anteriori, combattendo in una maniera che ricorda i draghi di Komodo e gli orsi, animali possenti e fieri lottatori. Anzi, la potenza del raggio lì è ridimensionata, fattore che, se finora ho considerato negativamente -una delle mie scene preferite di tutta la serie è quella, assolutamente eccessiva, in cui il raggio di Godzilla distrugge un enorme meteorite prima che collida con la terra (“Godzilla: Final Wars”, 2004)- dà spazio alla sua alternanza con la lotta corpo a corpo. Tutto questo per dire che braccia più lunghe significano un voler insistere in questa direzione, e che dovremmo vedere Godzilla picchiare e stritolare tra le zampe i suoi avversari.
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Action figure della S.H. Monster Arts. |
Nell’altro trailer avevamo anche visto, inoltre, come il raggio abbia ora un aspetto più simile a quello tradizionale, un flusso di energia compatto anziché la fiamma crepitante di G2014, e soprattutto che la bioluminescenza di Godzilla è diventata ancora più importante. Se prima consisteva in un’illuminazione delle pinne dorsali, o un semplice alone, adesso non solo esse vengono percorse da motivi interni, ma si illuminano anche le frogie e gli occhi, il che conferisce al nostro un aspetto più divino, da elementale (forse un po’ troppo fantasy, ma mi piace di più pensare a come la bioluminescenza caratterizzi molti animali marini, e a me piace alquanto la biologia marina).
Il comic con di Tokyo, attraverso la nuova action figure e soprattutto una bellissima statua alta due metri, ha mostrato altri due dettagli del nuovo aspetto di Godzilla: i suoi arti posteriori non terminano più in zampe da elefante, non del tutto da scartare ma estranee alla sua iconografia e curiose se rapportare al resto della sua fisionomia, e sono invece dotate di quattro artigli, due dei quali abbastanza grossi da ricordarci gli iconici piedoni visti in tutti gli altri film; le sue pinne dorsali, infine, hanno una nuova forma, basata su quella del film del 1954, un rispettoso tributo di Mike Dougherty. Tutte queste innovazioni sono state accolte molto positivamente dalla community, e il design sembra potersi definire uno dei migliori di sempre, dato che prende quello del 2014, già degno di tale definizione, cambiando -e per molti migliorando- pochi, importanti dettagli.
Personalmente l’unico cambiamento che occorreva è quello degli arti inferiori, accolgo molto favorevolmente quello degli arti superiori e mi fa piacere quello delle pinne, anche se sono d’accordo con quello che ha scritto il grande illustratore di kaiju Matt Frank sul suo profilo personale di Facebook, a proposito di come la forma più lineare delle pinne di G2014 dava loro un’elegante fisionomia da pinne da squalo, che ha reso estremamente efficaci le scene in cui si vedono le creste di Godzilla affiorare dall’acqua mentre il resto del corpo è sommerso.
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Locandina dedicata a Rodan. |
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Action figure della S.H. Monster Arts. |
Un colosso volante dalle squame fulve, le cui ali hanno i bordi che prendono fuoco -o lo emettono- mentre vola come la più spaventosa delle calamità. Prima che i toni dei film di Godzilla si addolcissero, Rodan era distruttivo quanto lo era il re dei mostri, e adesso, mentre quest’ultimo viene presentato come un pacifico guardiano, violento solo quando si tratta di difendere il territorio e di “ripristinare l’equilibrio”, Rodan riprende e porta a nuovi livelli il suo antico ruolo. Le linee affilate del suo cranio, il taglio degli occhi, la forma del becco che sembra disegnare un ghigno crudele, conferiscono al volto del mostro un aspetto feroce, da perfetto antagonista, e sicuramente pieno di carisma. Da notare inoltre come il becco, uno dei tratti che distinguono Rodan dagli pteranodonti veri e propri, sia qui più grosso rispetto a prima; più che avere dei piccoli denti all’interno, sembra avere i bordi seghettati.
Il suo ruolo è forse quello più dubbio: sappiamo bene che Godzilla è l’eroe e King Ghidorah il cattivo, ci è chiaro che Mothra, il kaiju con il miglior rapporto con gli esseri umani, sarà dalla parte del primo, ma Rodan è una carta tutta da scoprire. Mi sembra molto probabile che, almeno una volta, lui e Godzilla si scontreranno, proprio come facevano nel vecchio film; dopodiché, se ci aspettiamo l’epicissima scena in cui i tre mostri si uniscono contro Ghidorah, e io spero che vada proprio così, non è da escludere che Rodan rimanga un nemico fino alla fine, e addirittura che si schieri con Ghidorah, sancendo una vera novità.

Non sappiamo se Mothra bruco e Mothra adulto siano lo stesso individuo, o se il primo sia il figlio del secondo, anche se la prima supposizione sembra la più plausibile, come conferma la scena del primo trailer in cui Mothra adulto spalanca le ali emergendo da un luogo pieno di acqua, forse sopra la base in cui era stato tenuto fino a quel momento.